Quaranta giorni dopo Natale, il 2 febbraio, la Chiesa celebra la Presentazione di Gesù al Tempio, avvenuta secondo l’antica usanza ebraica di presentare il primogenito a Dio, come ci narra l’evangelista Luca (2, 22-23).
Il giorno è detto anche della Candelora, della luce della fede simboleggiata dalle candele accese ed è dedicato, ormai da molti anni, alla vita consacrata.
Nella nostra Diocesi la giornata è stata celebrata con la Santa Messa nella Chiesa di San Cristoforo a Siena, presieduta da Monsignor Arcivescovo Antonio Buoncristiani, seguita dall’adorazione eucaristica.
Nell’omelia l’Arcivescovo, rivolgendosi in particolare ai consacrati ma anche a tutti i battezzati, ha sottolineato che, nella nostra vita, nel nostro incontro con il Signore, per Sua grazia, abbiamo pronunciato il nostro Eccomi, confidando, con il Suo aiuto, di ripeterlo ogni giorno, per rendere conto della speranza cristiana e proclamare la salvezza che viene da Lui.
<Eccomi> come pronunziò Maria, Madre di Gesù e della Chiesa, è soprattutto per ogni consacrato, una risposta di disponibilità assoluta alla proposta del Signore.
Monsignor Buoncristiani ha parlato poi della nostra difficile realtà, della necessità di riconoscere i segni dei tempi, del pericolo di essere preda dell’individualismo che ci allontana dalla carità, dall’amore verso i fratelli.
La lanterna accesa- ha detto- è la fede che ci illumina nel cammino terreno, luce talora debole, ma capace di darci pace e sicurezza, l’olio di riserva rappresenta l’umiltà nel riconoscerci fragili, come affermava la nostra Santa Caterina.
<Voi siete la luce del mondo> che risplende davanti agli uomini, le parole del Signore -ha sottolineato l’Arcivescovo- indicano una grande responsabilità nella testimonianza evangelica.
Oggi i tempi sono cambiati, anche nella nostra Diocesi il numero dei sacerdoti, dei religiosi, delle suore è notevolmente diminuito rispetto agli anni ’70, agli anni ’90. La Diocesi si è secolarizzata, la pratica religiosa è notevolmente diminuita, a Siena città solo l’8-9% partecipa alla S.Messa, il 9% nell’ Amiata, il 14% nella zona di Poggibonsi-Colle di Val d’Elsa.
Cosa fare allora? Essere Chiesa autentica, pregare e testimoniare con serenità.
Ed ha raccomandato la preghiera, l’invocazione allo Spirito Santo, consapevoli che nella storia, nonostante tempi oscuri, non sono mai maturate situazioni irreversibili per il cristianesimo, ma, al contrario, nei momenti più difficili, sono sorte figure di grandi Santi, fondatori anche di comunità religiose.
Lo Spirito Santo opera nella Chiesa oggi come ha operato nel passato, quando in epoche talvolta drammatiche, ha donato grandi esempi di Santità, dai Padri della Chiesa che hanno sofferto le persecuzioni, ai fondatori di movimenti spirituali ed ordini conventuali, che hanno dato una risposta ai turbinosi cambiamenti della storia.
Ed ha augurato a tutti di concepire la vita di comunità come amore per il Signore e per la Chiesa, testimoniando la propria fede con la fratellanza, la carità generosa, con il messaggio di speranza e di dedizione, invocando con incessante preghiera l’aiuto dello Spirito Santo.