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SIENA, TORNA VISIBILE IL FONTE BATTESIMALE DEL DUOMO. CAPOLAVORO DI DONATELLO, GHIBERTI E JACOPO DELLA QUERCIA

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Il Fonte battesimale del Duomo di Siena torna a risplendere dopo tre anni di restauri. Da oggi visibile lo straordinario capolavoro in marmo, bronzo dorato e rame smaltato realizzato da Donatello, Jacopo della Quercia, Ghiberti e Giovanni di Turino.

Il restauro è frutto di una serie di interventi, di altissimo e innovativo livello tecnico, condotti dal personale dell’Opera e da quello, altamente specializzato, dell’Opificio delle Pietre Dure, guidato dapprima dal compianto Marco Ciatti e, successivamente da Emanuela Daffra. Sotto l’alta sorveglianza dei funzionari della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo, prima diretta da Andrea Muzzi e, attualmente, da Gabriele Nannetti, il personale dell’Opera e dell’Opificio, con la proficua collaborazione di restauratori e docenti universitari, si è avvicendato nel complesso restauro di un’opera frutto della geniale perizia dei massimi artisti della prima metà del Quattrocento: interventi diversi ma collegati che, giunti a compimento, restituiscono alla Chiesa, alla Città e al mondo, un luogo centrale sotto il profilo pastorale e liturgico e, contestualmente, un vero e proprio capolavoro di incommensurabile bellezza.

Per un cristiano si nasce a nuova vita con il battesimo – sottolinea il cardinale Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena – Colle di Val d’Elsa – Montalcino – e il Fonte battesimale del duomo di Siena ha visto ‘nascere a nuova vita’ tante generazioni di senesi famosi e meno famosi, tanta gente comune, legati tutti in maniera indissolubile a questa città unica. Alla forte connotazione spirituale e religiosa oggi si aggiunge la suggestione per la restituzione al mondo di un capolavoro assoluto del Rinascimento italiano”.

Tutto il complesso del duomo della nostra città – aggiunge il card. Lojudice – è uno scrigno che contiene immensi capolavori di arte che trovano la loro ispirazione nella tradizione cristiana che a Siena e nei suoi territori ha saputo trasformarsi nella chiave di volta delle comunità”.

L’intervento di restauro, finanziato dall’Opera della Metropolitana di Siena, è frutto di una sinergia reale e concreta tra la Fabbriceria, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze (OPD), a cui è stata affidata la direzione del restauro, coordinato dagli storici dell’arte Laura Speranza e Riccardo Gennaioli, rispettivamente direttori dei settori Restauro Bronzi e Materiali Lapidei dell’OPD.

QUI IL TESTO COMPLETO DEL COMUNICATO STAMPA:

QUI LA SCHEDA STORICO – ARTISTICA:

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