Papa Leone XIV ha ricevuto monsignor Gaetano Bonicelli, arcivescovo emerito di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino. L’incontro ha avuto un valore del tutto particolare perché il presule ha festeggiato 100 anni nel dicembre scorso.
Uomo generoso e dai molteplici interessi culturali, come testimoniano gli studi di Sociologia all’Ecole des Hautes Etudes di Parigi, nel suo curriculum questo brillante ecclesiastico bergamasco ha anche una laurea in Scienze Politiche all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, oltre a ricoprire docenze in varie università. Ed è stato lui a fondare il Cop, l’organismo che studia l’evoluzione della pastorale in Italia.
Dopo una parentesi nelle Acli come vice assistente generale, quando Paolo VI – non condividendo la scelta socialista del presidente Livio Labor – tolse per un periodo i sacerdoti all’associazione, Bonicelli fu chiamato all’incarico di segretario aggiunto della Conferenza Episcopale Italiana dal 1972 al 1975 cui si aggiunse quello di direttore dell’Ufficio Nazionale delle Comunicazioni Sociali e portavoce della Cei dal 1973 al 1976. Papa Montini, che lo conosceva e stimava, lo fece poi vescovo di Albano, la diocesi che comprende Castelgandolfo dove nell’ottobre 1978 incontrò Giovanni Paolo II che si recò nella residenza estiva tre giorni dopo l’elezione. “’Posso darti del tu?’ mi chiese. La vicinanza e l’intimità con lui sono un tesoro preziosissimo”, ha raccontato Bonicelli in una intervista parlando del Pontefice polacco che con lui parlava molto della pastorale giovanile.
E per questo nel 1981, Papa Wojtyla lo volle Ordinario militare. “Fu lui stesso a comunicarmelo, una sera dopo cena. Iniziai così il mio servizio ecclesiale alle Forze Armate, girando mezzo mondo, con visite sistematiche ai militari italiani nei paesi Nato, in Medio Oriente, in Libano. Gli stessi luoghi che ancora oggi sono teatro di tante sofferenze”.
Quando a 65 anni, monsignor Bonicelli dovette lasciare l’incarico di Ordinario Militare, lo stesso Giovanni Paolo II gli conferì la guida di una diocesi importante, quella di Siena-Colle Vald’Elsa. Come arcivescovo di Siena, ha avuto un rapporto profondo con il mondo delle contrade, con la spiritualità popolare e con la realtà concreta della città: una presenza silenziosa ma costante, che ancora oggi tanti ricordano con affetto.
Si è battuto contro le morti sul lavoro, ha promosso iniziative di solidarietà e ha spesso ricordato che “la Chiesa non può restare muta davanti all’ingiustizia”. Dopo la rinuncia per raggiunti limiti d’età nel 2001, si è ritirato a vita privata nel santuario lombardo di Santa Maria Assunta, a Bonate Sopra in provincia di Bergamo, dove ha continuato a servire per ormai 24 anni come semplice prete.
Fonte: sienanews.it

