Alle ore 11 del 1° dicembre, solennità di Sant’ Ansano protomartire e co-patrono della città e della Chiesa di Siena, è stata officiata una Santa Messa, presieduta da don Enrico Grassini e concelebrata da Monsignor Roberto Pialli, nella chiesetta di via San Quirico, luogo dove la tradizione vuole che fosse stato incarcerato il Santo e che da lì abbia continuato ad evangelizzare e battezzare i senesi. Dopo aver subito vari supplizi, come la prova del fuoco e dell’olio bollente, dalle quali era uscito illeso, il giovane Ansano, in stato di prigionia, continuò la sua opera di evangelizzazione, somministrando ai senesi il battesimo dalla finestrella del carcere.
È un luogo suggestivo e commovente se pensiamo che è l’unico “luogo ansaniano” dentro le mura della città di Siena e che, da qui, ha preso avvio il nostro essere cristiani.
“Un pellegrinaggio alle radici della nostra fede, la memoria del nostro Battesimo” ha detto don Enrico ai moltissimi fedeli, spiegando il significato della loro presenza e ricordando che da 17 secoli la gente di Siena viene su questo colle, il punto più alto della città, a rendere omaggio ad Ansano, suo Patrono insieme alla Vergine Maria.
È preludio ed introduzione alla solenne celebrazione pomeridiana in Cattedrale con la partecipazione delle Contrade che, nello stesso giorno, danno inizio al loro anno di attività.
“Il Signore ha dato segni ineffabili alla Chiesa di Siena- ha continuato il sacerdote-perché oltre a Maria ha voluto donarle come protettore questo martire” che è giunto da Roma, sulle orme degli apostoli Pietro e Paolo, a portare il Vangelo nella nostra terra, a battezzare, a testimoniare la fede con la propria vita, con supplizi, con il martirio, con la decapitazione sulle rive dell’ Arbia.
Ed indicando il dipinto sopra l’altare ha fatto notare come, davanti al procuratore romano Lisia che lo condanna, lo sguardo di Ansano sia colmo di fiducia, serenità e commiserazione per l’autorità che lo giudica. Altro affresco (forse opera del Vecchietta) di questo unico e suggestivo luogo ansaniano entro le mura, raffigura il Santo mentre battezza un uomo ed una donna con atteggiamenti e sembianze simili ad Adamo ed Eva: sono i nostri progenitori, gli abitanti della Saena Julia che, accogliendo il Battesimo, ci hanno aperto le porte del Paradiso, ci hanno indicato la luce che apre il cuore e dona la speranza.
“Il messaggio del giovane Ansano è guardare all’infinito, all’orizzonte con fiducia nel futuro, con la consapevolezza della bellezza della vita”-ha concluso don Grassini, rivolgendosi in particolare al numeroso gruppo dei ragazzi del catechismo della parrocchia del Duomo, ai quali, prima della celebrazione eucaristica, aveva parlato della figura, dell’esempio, della testimonianza di Sant’ Ansano, martire in terra senese.