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Due giovani di San Gimignano partono per l’Australia

E’ una piccola ma significativa storia quella di due giovani di San Gimignano che sono partiti per l’Australia per “provare” nuove esperienze di vita, studiando e lavorando. Non è una “fuga” ma un modo per conoscere altre culture. Finiti gli studi sui banchi delle superiori e ottenuto il diploma con il massimo dei voti, Tommaso e Stefano, non se la sono sentita di continuare l’università e senza pensarci due volte, hanno deciso di trovarsi un lavoro e di perfezionare la lingua inglese in terra lontana. Oltre oceano, in Australia. Sono partiti da qualche giorno con le valige piene di speranze e di incontro del “nuovo mondo”. Zaino sulle spalle i due ventenni di San Gimignano, Tommaso Giuggioli, diplomato in lingue, con Stefano Pasqualetti, informatico, si sono avventurati come giovani “migranti” con tanta voglia di imparare e crescere. Una intercultura fai da te, fatta di lavoro e studio. Ed è proprio il caso di dire dall’altra parte del mondo, nella nuova e moderna città di Sidney, fra la cultura aborigena ed europea. Partiti con il loro bagaglio culturale e con tanto entusiasmo dopo attenta riflessione di un progetto organizzato da molti mesi. Dopo aver ottenuto il passaporto e il desiderato visto di ingresso di dodici mesi per motivi di studio/lavoro sono partiti. Dunque Tommaso e Stefano dopo i saluti alla famiglia e agli amici sono saliti sul volo con destinazione Sidney per iniziare una nuova “esperienza di vita.” Per Tommaso, promettente calciatore del Sangi in Eccellenza, scudetto italiano negli Juniores nazionali nel Poggibonsi, questa esperienza “sarà senza ombra di dubbio una prova con me stesso, saremo soli davanti alle difficoltà che si presenteranno giorno per giorno.” Per l’amico Stefano Pasqualetti, diplomato informatico, la sostanza della riflessione è la stessa; “Ho deciso di intraprendere questa scelta perché avevo voglia di provare una nuova esperienza a livello culturale. Imparare una nuova lingua e formarmi a livello caratteriale. Sarà dura, ma c’è la possiamo fare. Sia nel lavoro che a scuola.”

I due ragazzi delle torri sono partiti, portando un altro spicchio d’Italia laggiù, nell’altra parte del mondo.

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