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Il primo anniversario del Vescovo

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L’arcivescovo al primo anniversario
“Sono ancora vividi nel mio cuore i volti, i colori e le emozioni di quel giorno di festa che segnò il mio ingresso in diocesi”. Con queste parole l’arcivescovo Augusto Paolo ha iniziato il suo breve ma intenso resoconto all’incontro del clero, nella giornata di fraternità sacerdotale, solennità del Sacro Cuore di Gesù, celebrata nell’Abbazia di Sant’Antimo.
“Come questo luogo e queste pietre richiamano ad un’altissima tensione spirituale così sia la nostra vita sacerdotale. Non si adagi sui compromessi piccoli o grandi che tentano le esistenze anche dei sacerdoti, ma lasciamoci sempre spingere verso le vette del messaggio evangelico per essere visibile testimonianza d’amore per il popolo che ci è affidato”. Poco prima in questa sintesi l’arcivescovo aveva offerto ai sacerdoti una intensa riflessione sulla vita spirituale sacerdotale.
Certo l’emergenza Covid ha rallentato gli incontri che comunque con il suo ritmo instancabile aveva fatto con la quasi totalità delle comunità parrocchiali e con i sacerdoti, ma anche con associazioni, confraternite, gruppi e movimenti. “Ho trovato una realtà diocesana che non manca di impegno laicale spesso particolarmente qualificato”.
Ma anche nel tempo del lockdown l’attività pastorale non è mancata con dirette televisive e conference call in streaming: e ringrazia i sacerdoti che lanciandosi nella sfida dei social non hanno mai cessato di accompagnare i fedeli.
In questi mesi ha già avuto modo di dare una struttura organizzativa: “oltre alla curia in cui ho trovato un bel gruppo di laici molto disponibili ho individuato un’area formativa per coordinare le attività pastorali degli uffici catechesi, famiglia, giovani, ecc.. e un’area carità ove oltre al coordinamento caritas che presiedo personalmente, convergono anche gli uffici missioni e migrantes”.
La pausa porta ad un leggero ritardo nella ricostituzione degli organismi di partecipazione diocesana e nell’affidamento dei servizi pastorali ad una nuova squadra di collaboratori. Ma entro l’estate ritorneremo al ritmo ordinario. “Le modalità imposte dalla pandemia non ci devono fermare né rallentare: dobbiamo continuare tutte le attività pastorali nelle forme possibili e raccogliere le provocazioni e i cambiamenti che questi mesi così duri hanno fatto anche alla vita delle nostre comunità”. E allora buon lavoro a tutti!

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