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Veglia pasquale in Cattedrale

Cattura

<I temi di riflessione, tratti dalle letture bibliche che vengono proposte nella Veglia pasquale, definita da Sant’ Agostino la madre di tutte le veglie, riguardano l’intera storia della nostra salvezza> ha detto Monsignor Arcivescovo Antonio Buoncristiani, che ha presieduto, nella notte santa, la celebrazione eucaristica in Cattedrale.
<Il nostro atteggiamento interiore si manifesta con le lucerne accese al cero Pasquale, con l’inno di lode a Cristo: la sua Resurrezione è anche la nostra, sulla sua Resurrezione si basa la nostra fede>. <Il cristiano deve essere luce>, ha aggiunto Mons. Arcivescovo, luce nel mondo, capace di cogliere i segni della presenza del Signore nella propria vita e nella storia, di essere testimonianza e dono di amore per gli altri, anche per gli eventuali <nemici>.
Con l’occasione del dono del Sacramento della Cresima a sei adulti e del Battesimo a quattro di loro, l’Arcivescovo ha ricordato che, con il Battesimo, moriamo al peccato per rinascere figli di Dio; con questo Sacramento, il Signore, Padre di amore e di misericordia, non ci abbandonerà mai. A Guglielmo, Pasquale, Silvana, Marta, Elvira, Aviola, che hanno ricevuto, nella notte della Santa Pasqua, i Sacramenti dell’iniziazione cristiana, Monsignor Arcivescovo ha ripetuto le parole del profeta Ezechiele (36,26-28): <Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne>, parole che ci chiamano ad essere discepoli di Gesù, vocati alla santità, che ci chiamano a morire a noi stessi.
<Il percorso può apparire difficile, morire a noi stessi, amare i nostri nemici può sembrare un ideale enorme, ma il Signore ha assicurato di donarci la forza, la possiamo, infatti, attingere attraverso la preghiera>.
Nella Veglia Pasquale, con il canto dell’Exultet, con la meditazione sulla nostra salvezza, possiamo esprimere con gioia la convinzione, come dice San Paolo, che <se siamo morti con Cristo, viviamo con Lui> ha sottolineato Monsignor Arcivescovo, che, al termine della celebrazione, ha formulato a tutti i fedeli presenti gli auguri di essere veramente cristiani.
Al popolo di Dio si sono aggiunti, in questa notte, i sei fratelli catecumeni, i neofiti nati ad una vita nuova, che con i sacramenti dell’iniziazione cristiana, secondo un’espressione di San Giovanni Crisostomo <sono ora liberi e cittadini della Chiesa, eredi, membra di Cristo e tempio dello Spirito Santo>.

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